Tra le mura di un laboratorio artistico, dove pennelli e colori danzano in un balletto senza tempo, ho trovato la mia eredità più preziosa: la passione per la pittura, un dono tramandato dal cuore e dalle mani di mio padre, PAOLO CANCIANI ( ▶️ https://www.gianfrancotrabuio.it/index.php/comunicazione/arte-e-poesia/presentazione-di-artisti/item/39-paolo-canciani-vedutista ).
Mentre crescevo, i suoi quadri, che catturavano l'essenza vibrante di Venezia, trasformavano il laboratorio in un portale verso mondi di acque scintillanti e cieli vasti e immutabili.
Paolo, noto come il 'pittore dell'acqua', ha plasmato con i suoi pennelli non solo tele ma anche il corso della mia vita. Le sue opere, che narrano storie di luoghi e momenti, mi hanno insegnato a vedere oltre la superficie, a cogliere l'anima di ogni paesaggio.
La sua abilità nel dipingere l'acqua con un realismo che sfiorava il miracolo era la sua firma, un marchio di maestria che ha lasciato un segno indelebile nel mondo dell'arte.
Ogni volta che passo accanto alle sue creazioni, ricordo il Drappo di Feltre del 2011 (▶️ https://www.paliodifeltre.it/albo-doro-drappi/ ), un momento di trionfo e riconoscimento per il suo talento straordinario. Questi ricordi sono per me fonte di ispirazione costante, una luce guida nel mio personale viaggio artistico.
Oggi, con i pennelli in mano, sento il peso e il calore di questo retaggio. Ogni tratto che appongo sulla tela è un dialogo silenzioso con lui, un modo per onorare la sua memoria e continuare la sua eredità.
Ringrazio mio padre ogni giorno per questo dono immenso. La passione per l'arte che mi ha trasmesso è un fuoco che arde in me, una promessa di continuare a esplorare, creare e sognare, nella speranza di essere all'altezza della sua bravura leggendaria.